Contro lo spreco a favore del Pianeta Terra
Jéssica Botelho
Mercoledì | 16 Ottobre 2013 | 14:45 | Ultimo aggiornamento: 22 Settembre 2016 ore 16:07
"In un mondo di sette miliardi di persone, che raggiungerà i nove miliardi entro il 2050, lo spreco di cibo non ha senso dal punto di vista economico, ambientale ed etico", ha detto il sottosegretario generale e direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), Achim Steiner. L'impatto dello spreco degli alimenti non è solo finanziario. Dal punto di vista ecologico porta a sprechi di sostanze chimiche, tali come fertilizzanti e pesticidi e di carburante per il trasporto. Esso genera anche rifiuti organici, creando più metano — una delle sostanze più nocivi per l'ambiente. Secondo L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO)*, si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ogni anno. Inoltre nel mondo una persona su sette va a dormire affamata e più di 20.000 bambini al di sotto dei 5 anni d’età muoiono ogni giorno per questo.
Questi dati preoccupanti possono essere ridotti grazie a iniziative semplici di consumatori e di dettaglianti alimentari, come per esempio diminuire drasticamente la quantità di cibo sprecato e contribuire a costruire un futuro sostenibile. È ciò che ha rafforzato nel 2013 la campagna delle Nazioni Unite durante la Giornata Mondiale dell'Ambiente (il 5 giugno), con l’appoggio della Organizzazione mondiale delle associazioni dei consumatori — Consumers International (CI) — che aveva come slogan: “Think. Eat. Save.” [“Pensare. Mangiare. Conservare.”].
CONSUMO SOSTENIBILE
Questo è un concetto sempre più discusso, che pretende "fare di più e meglio con meno" riducendo l'uso delle risorse naturali. È essenziale che cambiamo gli standard della nostra vita attuale, costringendoci ad adottare soluzioni innovative e creative sulla nostra forma di utilizzare e disporre i prodotti e i servizi che possediamo e consumiamo. Bisogna dimostrare, cominciando dalla catena di produzione fino al consumatore, che l'obiettivo del profitto non deve esistere in nessuna fase del processo. Una di queste azioni è la agroecologia. “Ogni attività umana comporta qualche tipo di impatto sull'ambiente. Siamo gli unici esseri che distruggono intenzionalmente il proprio ambiente. (...) L'idea [dell’agroecologia] è di poter recuperare quest’ambiente. Che si possa avere il nostro sostentamento, la nostra casa, la nostra vita, ma permettendo anche agli altri esseri e al pianeta di sopravvivere”, spiega il coordinatore del progetto della ONG SerrAcima, Maria Teresinha.
Nel suo articolo "In che modo raggiungere il progresso", il giornalista, comunicatore radiofonico e scrittore Paiva Netto, direttore presidente della Legione della Buona Volontà (LBV), afferma: “Nel Terzo Millennio, che ha ... mille anni, un giorno tutti dovranno capire che spiritualizzare le creature, e di conseguenza elevare la loro condizione morale, è l’unica forma di ottenere il progresso – senza che sia quella della distruzione — per tutto il pianeta".
La LBV, organizzazione della società civile che opera in 7 paesi, ritiene che la trasformazione planetaria inizia dall’educazione e dalla riabilitazione di ogni abitante. Ed è perciò che fin dagli anni '80 l'Istituzione fa questione di esporre in tutte le sue unità — scuole, Centri Comunitari e Case per Anziani — e nelle campagne di mobilitazione sociale, il pensiero del suo presidente: “La briciola di oggi è il pasto abbondante di domani”. Così i bambini, i giovani, gli adulti e gli anziani vengono smossi a pensare sulla distribuzione e sul riutilizzo corretto dei cibi. Avere atteggiamenti responsabili e riflettere sull'importanza dell’uso corretto dei materiali, evitando sprechi, è un passo decisivo per vivere su un pianeta sostenibile.
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* Global Food Losses and Food Waste - FAO, 2011
The environmental crisis: The environment’s role in averting future food crisis – UNEP, 2009